domenica 15 gennaio 2012

Chi è il jogger?

La filosofia del jogger - diario di un anno di corsa 
15 gennaio. Il jogger, chi è costui? Ovviamente chi, con regolarità, fa jogging, dunque una corsa a intensità non troppo elevata, ma neanche troppo leggera: diciamo che si allena in maniera moderatamente impegnativa. La corsa, dunque. La corsa che è madre di tutti gli sport, che può essere praticata da chiunque e in ogni momento, non richiede “guru” al proprio fianco, è onesta e democratica, sicuramente è ecologica e non costa troppo. La corsa che garantisce una migliore qualità della vita e che significa più salute, più buonumore, meno stress, sonni migliori. Ormai concetti chiari, assodati e conosciuti. Ma quello che fa unico il jogger è altro. È il fatto di avere una sua “filosofia personale”, che ne fa una figura certo in controtendenza. Perché interpreta lo sport non in un’ottica competitiva, cosa oggi tutt’altro che evidente, ma in quella volta a un costante miglioramento della persona. Per questo il jogger è, tra tutti, a nostro avviso, lo sportivo con una coscienza più evoluta. Il suo valore intrinseco è proprio questo: il coraggio di mettersi in gioco, la volontà di migliorarsi, la capacità di organizzarsi in vista di un obiettivo e di un progetto di vita personale. Con un atteggiamento volto a cercare di essere il meglio che si può, di spuntarla sui propri limiti di persona assolutamente normale. Indipendentemente dal fatto che si abbia o meno la possibilità poi di emergere, di essere dei campioni, dei vincenti, perché questo fa parte di un altro mondo, di un diverso concetto di sport. Quella del jogger è dunque una figura-simbolo di un nuovo approccio allo sport, in cui possono riconoscersi anche i praticanti di altre discipline sportive.

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